Stampa

Le ricette della Cucina Lariana

Salsa verde

Altri piatti

Tempistica e difficolta'

  • ( 0 Risultati ) 

Il bollito si accompagna tradizionalmente con salse e condimenti di vario tipo. La più diffusa, soprattutto nel periodo invernale è la mostarda di Cremona. Ma durante tutto l'anno si fa ricorso a salse più comuni e meno costose, di cui la salsa verde è, in assoluto, la più diffusa. Il suo modello si trova addirittura nei ricettari del tardo Medioevo, tra cui quello di Maestro Martino. Sebbene durante il Rinascimento sia stata sottoposta dai grandi cuochi di corte a un infinito numero di variazioni, la ricetta base è arrivata a noi nella sua formulazione più semplice.

Lista degli ingredienti

Tipologia: Tipologia: Altri piatti
  Stagionalità: Tutto l'anno
  Difficoltà: Minima
  Tempo di esecuzione: 30 minuti
  Tecnica di cottura: Bollitura (per le uova) 
     
Utensili: Tegamino, setaccio, trinciante, scodella.
   
Ingredienti: UOVA (n° 2), 
PREZZEMOLO (80 g), 
AGLIO (uno spicchio), 
CAPPERI (20 g), 
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (40 ml c.a),
ACETO (40 ml c.a), 
SALE e PEPE (q. b.).

Preparazione

Mettere le uova in un tegamino, coprirle di acqua fredda, e farle cuocere per 10 minuti da quando l'acqua prende il bollore Lavare il prezzemolo, asciugarlo e tritarlo finissimo insieme allo spicchio d'aglio e ai capperi (molti autori consigliano di pestare tutto nel mortaio)
Sbucciare le uova, che nel frattempo saranno assodate, aprirle, prenderne i tuorli e passarli al setaccio, lasciandoli cadere in una scodella
Unire ai rossi delle uova gli altri ingredienti tritati, l'olio e l'aceto (quest'ultimo gradualmente, in modo che la salsa non diventi troppo acida, oppure non risulti tropo liquida)
Mescolare con cura fino a ottenere una salsa omogenea e semidensa

Tempistica e difficolta'

Altre informazioni

Note:

le salse

I manuali di tecnica gastronomica suddividono le salse in tre tipologie principali: le emulsioni a freddo, gli amalgami a caldo su base di burro e farina (i famosi roux della gastronomia internazionale) e le riduzioni di vegetali. La salsa verde, rientra, ovviamente, nelle emulsioni a freddo, ma nella tradizione lombarda e in quella comasca sono presenti anche salse appartenenti alle altre
tipologie: ad esempio la salsa vellutata o salsa bianca (burro, farina e brodo) usato per gratinare vegetali in forno è una salsa legata, cioè un amalgama a caldo; mentre la rustica salsa di corniole, anch’essa da accompagnare al lesso, seppure dolcificata, è propriamente una riduzione 
di vegetali, al pari della salsa di pomodoro.

Varianti:

Anche una ricetta semplice come quella della salsa verde può avere un grande quantità di varianti, a riprova della impossibilità di fissare codificazioni valide una volta per tutte. Nelle versioni più povere si escludono i tuorli d’uovo, in altre si aggiungono le uova intere, passandone al setaccio anche l’albume. Non è rara (come nel ricettario del Dubini) l’aggiunta di mollica di pane o di una patatina lessa. Lo stesso 
vale per i cetriolini sott’aceto usati al posto dei capperi o insieme ad essi, qualche volte con un filetto di acciuga dissalata. Nelle ricette sette-ottocentesche, si ricorre spesso a varie spezie e a un pizzico di zucchero (conferendo alla salsa un gusto leggermente agrodolce), mentre al prezzemolo sono talvolta affiancate altre erbe odorose e non: serpillo, 
menta, dragoncello, basilico, timo e persino foglie di bietola. Rarissimo l’uso del succo di limone in luogo dell’aceto. 

Abbinamenti:

Fino al tardo Rinascimento la salsa verde si usava anche per gli arrosti e per le carni bianche; in seguito è stata destinata comunemente ai bolliti di carne bovina, al bollito misto o alla lingua di vitello, salmistrata e non. Si affianca non di rado anche alle uova sode e ai pesci bolliti.

L'ingrediente:

il prezzemolo

L’umilissimo prezzemolo, ul predesèn, comunemente conosciuto anche come erborìn, è l’erba odorifera più usata nella tradizione comasca. 
E’ una pianta biennale delle Ombrellifere (Petroselinum hortense), originaria del Medio Oriente e dell’Africa occidentale, ma conosciuta fin dall’antichità sulle rive del Mediterraneo. Si usa in abbondanza per la carpionatura dei pesci, per la trifolatura delle lumache, dei funghi e delle melanzane, per condire le patate lesse e come arricchimento di quasi tutti gli impasti per le polpette e per i ripieni (sia per i pesci, che per le carne e i vegetali) e dei molti mazzetti aromatici che vanno a insaporire  brodi, minestre e brasati. Vi sono poi due piatti che proprio dal prezzemolo prendono il nome, perché ad esso devono i caratteri principali del loro 
profilo gustativo: la minestra di ris e erborin e il risotto con il prezzemolo (anche nella variante con i fegatini di pollo o con il polmone bovino), due veri e propri monumenti all’ingegno della cucina povera.