Nelle ricette più antiche è chiamata anche sciarlotte, ciarlotta o carlotta: si presume derivi dal nome proprio francese, senza possibilità di risalire a un referente storico credibile, se non che il francese charlotte identifica anche una sorta di cuffia femminile increspata; non è improbabile che il riferimento sia tra la somiglianza di questo copricapo e lo stampo per dolci, analogamente a quanto è avvenuto per il bonnet = berretto, indicante tanto un particolare stampo di rame quanto il dolce che vi si prepara.
Tipologia: | Tipologia: | Dessert a base di frutta | ||
Stagionalità: | Tutto l'anno | |||
Difficoltà: | Media | |||
Tempo di esecuzione: | 60 minuti | |||
Tecnica di cottura: | Cottura in forno | |||
Utensili: | pentola, zuppiera, stampo per dolci | |||
Ingredienti: | MELE RENETTE (1000 g), PANE FRANCESE RAFFERMO (12 fette), ZUCCHERO SEMOLATO (180 g), BURRO (60 g), VINO BIANCO (1/2 bicchiere), SCORZA DI LIMONE (di 1 limone), UVETTA (40 g), CANDITI (60 g), RUM (25 ml) |
Sbucciare le mele e tagliarle a spicchi
• Farle cuocere con metà zucchero, la scorza di limone e il vino bianco
• Unire l'uvetta e i canditi
• Impastare il rimanente zucchero con il burro e ungere uno stampo da dolce
• Foderare lo stampo con le fette di pane, riempirlo con le mele e ricoprire con le rima¬nenti fette
• Spalmare con il restante composto di zuc¬chero e burro
• Mettere in forno caldo (170° C) e cuocere per circa 40 minuti
• Sformare, irrorare con il rum e servire caldo
Note: |
La codificazione delle prime charlottes di frutta risale ai trattati di Antonin Carême (1783-1833) e fa la sua comparsa nei ricettari del Nord Italia (compreso il Cuoco senza pretese dell’Odescalchi, già dai primi decenni dell’800. Questo tipo di dolce, che rispecchia il gusto e le tecniche della pasticceria tardo-settecentesca, ebbe una grande diffusione nella cucina borghese per tutto il XIX secolo, finché ai dolci da consumare caldi non subentrarono quelli da consumare a temperatura ambiente se non freddi o ghiacciati, più apprezzati dal gusto moderno, cui è rimasta tuttavia, a causa della forma, l’antica denominazione. . |
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Varianti: |
Il pane francese, più frequentemente consigliato, è da alcuni sostituito con fette di pan carré o di mollica di pane casareccio un po’ raffermo. Altri foderano lo stampo con biscotti secchi o con pan di Spagna. Non è raro l’impiego delle pere in luogo delle mele, o l’unione dei due tipi di frutta. Scorza di limone (o cedro candito) e uvetta rientrano spesso nel ripieno. Talvolta al rum con cui il dolce appena sformato è spruzzato si può dare fuoco al momento di portarlo in tavola. |
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Abbinamenti: |
La charlotte calda può concludere un pasto invernale importante, ma non pesante, essendo fornita di una sua rustica grazia. Come tutta la pasticceria di questo tipo meriterebbe di essere accompagnata da piccoli sorsi del quasi introvabile rosolio della nonna, in mancanza del quale può essere gradito un Moscato dolce naturale (non spumantizzato) dell’Oltrepò. |
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L'ingrediente: |
le mele e le pere. |